Il Torrent de Pareis non è un luogo come gli altri a Maiorca, ma un autentico monumento naturale verso cui, chi vive qui, prova sentimenti contrastanti: sorpresa, meraviglia, timore e, soprattutto, rispetto. Ed ognuna di queste emozioni è pienamente giustificata e giustificabile.
Sorpresa perchè mai ti aspetteresti di trovare un luogo simile proprio a Maiorca, una meta turistica nota per tutto, tranne che per il trekking e per un’avventura in montagna.
Meraviglia perchè è un luogo incredibilmente bello e selvaggiamente paradisiaco. Restare a bocca aperta è una reazione più che comune da parte di coloro che vengono in escursione con noi nel canyon.
Timore perchè non tutti osano addentrarsi nel canyon; con il tempo abbiamo capito che perfino i maiorchini hanno una gran paura nell’affrontare il percorso da soli.
Rispetto perchè è un luogo da preservare, amare e, soprattutto, da non sottovalutare. La lista degli incidenti e delle operazioni di recupero è infinita.
Per cui, occhio alle indicazioni finali dell’articolo e goditi il viaggio.
Indice articolo
L'origine del canyon
Il Torrent de Pareis (e questo pochi lo sanno) è uno dei canyon carsici più grande di tutta Europa! Incastrato in una delle zone più aspre della Sierra de Tramuntana, la catena montuosa che attraversa da sud a nord tutto il versante ovest di Maiorca, il canyon è il frutto di millenni di azione erosiva da parte delle acque del torrente che, da ottobre a marzo o in occasione di particolari nubifragi, scorrono impetuose fino al mare per circa 3 km.
Il termine carsico o carsismo provengono da Carso, una regione che si estende dal nord-est dell’Italia fino in Slovenia, dove per la prima volta si studiarono le caratteristiche forme delle rocce modellate dall’azione dell’acqua. Per estensione, dunque, la parola carsismo si usa in scienza per designare quel fenomeno geologico che, a causa della particolare conformazione del suolo e delle rocce, permette all’acqua di modellare il paesaggio, tanto in superfície come nel sottosuolo.
Maiorca è un’isola composta in grande parte da rocce calcaree e, in quanto tale, si presta fortemente ad essere disseminata di fenomeni carsici, come appunto la creazione di bacini fluvio-carsici come il Torrent de Pareis, scavato letteralmente nelle pareti delle montagne circostanti. E parliamo di pareti di roccia alte fino a 300 metri!
3 Km di percorso abbiamo detto…La prima osservazione che ci viene fatta quasi sempre, sia durante il nostro Vivere Canyon, l’escursione di gruppo regina dell’estate, sia durante le discese che facciamo su richiesta attraverso il nostro servizio di Escursioni su Misura, è: “Ma come, tutta questa paura ed attenzione per un percorso di appena 3 Km di lunghezza?” Assolutamente si! Essendo infatti il letto di un torrente carsico in secca, il percorso, seppur breve, è costellato di ostacoli, di salti di svariati metri da massi giganti resi molto lisci dall’acqua e da punti ciechi dai quali, una volta entrati, risulta quasi impossibile uscire.
Pareis, sa Fosca, s'Entreforc: i nomi del canyon


Il Torrent de Pareis propriamente detto è solo una parte del percorso complessivo che va fatto per addentrarsi nel canyon. Ti aspetta, infatti, un’ora e mezza di discesa lungo il pendio di una montagna prima di raggiungere la confluenza del Torrent de Lluc con il Torrent de Sa Fosca; il punto d’unione dei due torrenti si chiama s’Entreforc e ti dà il benvenuto ufficialmente all’imbocco del Torrent de Pareis! Nomi strani non ti pare? Eppure ognuno sembra avere una spiegazione. Partiamo dall’origine del nome Pareis, assolutamente controversa.
In uno scritto del 1585 la parola Pareis venne ricondotta ad una corruzione della parola latina parietes che indicava i muri di pietra, in riferimento alle alti pareti di roccia dentro cui il fiume si muove. Secondo altri, invece, il nome si rifà al termine maiorchino parell, cioè pariglia, in riferimento ai 2 corsi d’acqua (il Torrent de Lluc ed il Torrent de Sa Fosca) che, unendosi a s’Entreforc, danno origine al Torrent de Pareis. A noi, però, piace la versione più romantica: la parola nasce dal termine paradis, ossia paradiso, in riferimento alla bellezza del luogo. Ed in effetti, come smentire questo paragone.
E la parola s’Enteforc invece? Nulla di più semplice e chiaro. Significa forcella, in riferimento alla forma dei 2 fiumi che si uniscono per formare il Torrent de Pareis. Resta il nome di Sa Fosca, l’altro torrente dove facciamo sempre una piccola deviazione durante le nostre Escursioni su Misura. Ebbene il nome si riferisce al buio totale in cui si muove chi osa ridiscendere il corso finale del torrente, una sezione in cui le pareti si stringono a tal punto che nemmeno la luce del sole riesce a penetrare.
Vuoi provare ad entrarci da solo? Sappi che ti aspettano 500 metri di buio pesto e 40 salti da superare. In bocca al lupo!
Uomo nero o Soldat Pelut?


Seppur il contesto naturalistico prevalga su tutto, un’enorme grotta posta sulla parete rocciosa di destra catalizza lo sguardo. E’ la Cova del Soldat Pelut, un luogo che rimanda ad un’antica tradizione maiorchina.
Leggenda vuole che un soldato disertore, un mercenario svizzero al servizio della corona spagnola nel 1700, si rifugiò in questa grotta dopo essere scappato dal suo accampamento e che, una volta scoperto dai commilitoni impegnati nella sua ricerca, non esitò a saltare da una parete all’altra del canyon. Impossibile dirai? Ed invece, stando ai racconti locali, il soldato riuscì nell’impresa mettendosi in salvo, visto che nessuno dei suoi inseguitori ebbe il coraggio di ripetere il suo stesso salto per provare a catturarlo.
Bravo il soldat! Si, ma perchè pelut, ossia peloso? I maiorchini parlarono all’epoca di un individuo trasandato che si aggirava tra queste rocce, pieno di peli, con una lunga barba, che preferiva vestirsi delle pelli degli animali uccisi per nutrirsi. Temuto da tutti i contadini della zona a causa dei continui furti commessi per procurarsi del pane o della frutta, furti spesso accompagnati da modalità violente e minacciose, ancora oggi questo fantomatico soldato disertore viene nominato per spaventare i bambini che non si comportano bene.
Noi in Italia abbiamo l’uomo nero, qui a Maiorca lo spauracchio è il soldat pelut. Paese che vai, tradizione che trovi.
Verso Sa Calobra


Imboccato il Torrent de Pareis, il percorso sarà un susseguirsi di luoghi incredibili…e anche dai nomi un po’ tetri se vogliamo.
Si salta dal Pas de sa Losa, il cui nome richiama l’impossibilità di aggrapparsi a qualsiasi cosa, visto che le pietre sono levigate e lisce come nulla al mondo.
Si passa per il Gorg del Capellà, uno stretto e lungo corridoio il cui nome si deve ad uno sfortunato sacerdote che qui morì affogato agli inizi del 1900.
Si supera il Pas de s’Estalò, così conosciuto perché nel 1800 la gente del posto ogni estate portava qui un tronco di pino con dei rami per usarlo come scala (e ogni anno il fiume sistematicamente lo se lo portava via d’inverno)
Si attraversa il tristemente noto Gorg de la Creu, nome dovuto ad una croce di ferro un tempo posta sopra una roccia al centro del torrente in memoria di un giovane che qui morì nel 1956.
Si scende con la corda lungo il Pas de Grassos estrenyeu-vos, ossia il passo ironicamente chiamato dai maiorchini Grassi strigetevi (ogni riferimento a persone troppo larghe ed in sovrappeso è puramente casuale),
Ci si avvinghia alla Palla di cannone, la pietra più liscia in assoluto che abbia mai scavalcato; ci si deve strisciare sopra, più che tentare di aggrapparsi.
Solo quando, lungo il tratto finale del percorso, compare dal fianco della montagna una piccola fonte sempre attiva per via delle infiltrazioni calcaree, possiamo sospirare e rilassarci. L’arrivo alla cala di Sa Calobra, una delle più spettacolari dell’isola, sarò come l’arrivo di Mosè nella Terra Promessa! Ci aspetta il più strameritato degli chapuzon (ndr tuffo a bomba).
Indicazioni utili...non sempre positive


Siamo di fronte all’escursione più spettacolare che si possa fare a Maiorca, e nondimeno a quella più esigente, tecnica ed estenuante, sia dal punto di vista fisico che mentale, dato il numero di ostacoli da superare.
Per uscire indenni dal canyon, è necessario seguire quattro regole fondamentali:
- la partenza deve avvenire presto al mattino, non più tardi delle 8:00;
- nessuna avventura in solitaria;
- avere calzature da trekking adeguate ed una scorta d’acqua infinita
- avere un’assicurazione che copra infortuni e recupero.
Ci troviamo in un luogo aspro e selvaggio: massi giganteschi, pareti altissime sopra di noi, il caldo e l’assenza di tracce e di segnaletica, fanno sì che la direzione da prendere sia davvero intuitiva.
Ecco perchè la prima volta che si affronta il percorso è consigliatissimo avere una guida che indichi quando, dove e come superare gli ostacoli. Spesso, durante le nostre scorribande nel Torrent de Pareis, ci ritroviamo a dover aiutare persone non attrezzate correttamente, che sottovalutano il percorso, che non sanno dove e come passare o che non hanno scorte di acqua e cibo a sufficienza.
Senza cosiderare i continui inteventi di salvataggio effettuati durante la stagione estiva dal personale di soccorso della Guadia Civil: un’esperienza traumatica per il corpo e, soprattutto, per la tasca, dato l’alto costo connesso al soccorso.
La montagna è fatta per tutti, ma non tutti sono fatti per la montagna. Ricordalo prima di decidere il da farsi…e, se proprio sei indeciso, iscriviti al nostro Vivere Canyon o richiedi la tua Escursione su Misura.
Saremo felici di condividere questa fantastica avventura insieme a te, in tutta sicurezza!