Chi si trova nel sud di Maiorca, non può fare a meno di notare il profilo di un’altra isola situata a largo. Non parliamo di un piccolo scoglio, simile a quelli che abbondano a poca distanza dal litorale, ma di una vera è propria isola abbastanza grande.
In estate, spesso, viene nascosta alla vista dall’afa generata dell’inesorabile caldo maiorchino; ma durante l’anno e nelle giornate estive più limpide, le cose cambiano.
Quest’isola diventa ben visibile non solo da sud, ma anche da qualsiasi punto sopraeleveto di Maiorca. Ma di che isola di tratta? Le Baleari non sono solo 4?
Eh no, 4 sono solo le isole maggiori che tutti conoscono (Maiorca, Minorca, Ibiza e Formentera). Questa di cui ti parliamo è la 5° isola delle Baleari: Cabrera!
Spesso poco considerata dai turisti, Cabrera è un vero paradiso naturale; tanto che possiamo perfino azzardarci a dire che è proprio su quest’isola che noi di Vivere Maiorca abbiamo visto il mare più spettacolare di tutte le Baleari!
Sicuramente Cabrera rientra fra una le cose da vedere a Maiorca diverse dal solito. Anche perchè nasconde, inaspettatamente, una lunga storia… oltre che strane presenze dell’oltretomba.
In questo articolo ti sveleremo tutto: cosa fare, cosa vedere e, sopratutto, come arrivarci.
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Indice articolo
La storia di Cabrera
Per comprendere ancora meglio il valore di questo luogo, ti basti pensare che l’isola di Cabrera è stato il primo Parco Nazionale marittimo-terrestre di tutta la Spagna! La creazione del parco nel 1991 ha consentito la preservazione di un luogo dotato di un patrimonio naturale, geologico e paesaggistico di primissimo ordine.
Se a ciò aggiungiamo che dal 1916 l’isola di Cabrera, in quanto proprietà del Ministero della Difesa spagnolo, è giuridicamente territorio militare, si capisce facilmente il perchè sia un luogo così particolare.
Ma andiamo con ordine e ripercorriamo un po’ la sua storia, davvero incredibile per un’isola così piccola. Qui sono passate tutte le principali civiltà mediterranee: Fenici, Cartaginesi, Romani, Bizantini, Arabi. Leggenda vuole che Cabrera abbia dato addirittura i natali al grande generale cartaginese Annibale!
Relitti di navi romane, una fabbrica per la salatura del pesce, un laboratorio per la creazione della porpora, una necropoli. A Cabrera non manca proprio nulla.
Il periodo bizantino
Nell’ultimo periodo di vita dell’impero romano e con l’espansione del cristianesimo, nella seconda metà del IV secolo d.C. apparvero molti movimenti monacali in tutto il bacino del Mediterraneo occidentale.
Erano piccole comunità alla ricerca di posti isolati dove poter condurre una vita eremitica e di contemplazione. Cabrera fu uno di questi posti.
Infatti, ospitò per lungo tempo una comunità di monaci, a quanto pare, un po’ “particolari”…
Sì, perchè esiste una lettera che papa Gregorio Magno scrisse nel 590 d.C. nella quale si sollecitava un certo Johannes a reprimere la condotta irregolare dei monaci di Cabrera.
Questa lettera conferma 2 cose.
La prima è che, senza ombra di dubbio, su questa piccola isola ci fu un monastero; la seconda è l’importanza che, evidentemente, doveva avere questa comunità, se persino un papa si pose il problema della moralità dei suoi monaci.
Nel 1999 un’équipe di archeologi realizzò un progetto di scavo a Cabrera, da cui emersero i resti del monastero bizantino nella spianata vicina al porto, di un altro eremo nella zona interna e, perfino, di una necropoli.
Ma di questo te ne parleremo più avanti.
Durante il XIII e il XIV secolo, invece, l’isola di Cabrera ed il suo porticciolo naturale vennero utilizzati dai pirati saraceni come base per attaccare le coste di Maiorca.
Per questo, fu costruito un castello all’ingresso della baia, per consentire una maggiore sorveglianza delle acque intorno a Maiorca.
Un lager a cielo aperto
La storia di Cabrera, pero, è legata soprattutto alle guerre napoleoniche. Nel 1808 gli spagnoli sconfissero l’imbattibile esercito francese nella battaglia di Bailén.
La vittoria fu così travolgente, che portò alla cattura di più di 20.000 soldati nemici.
Ma, nonostante il trionfo militare, questo avvenimento portò ad una pagina nera della storia spagnola ed alla nascita del primo campo di concentramento moderno.
In seguito alla cattura, infatti, ci si rese conto di non avere né risorse economiche per poter mantenere in vita tutti i 20.000 prigionieri, né un posto fisico in cui metterli.
Messi alle strette, i vertici militari presero la peggiore decisione possibile: usare come luogo di detenzione dei prigionieri l’isola di Cabrera, ritenuto un luogo con sufficiente spazio e da cui sarebbe stato impossibile fuggire.
I francesi arrivarono a Cabrera già in condizioni disumane, ma a questo si aggiunse il fatto che, in realtà, l’isola non poteva garantire da sola la sopravvivenza di tutti.
I prigionieri vennero lasciati lasciati senza cibo e con pochissima acqua potabile. La Spagna tentò di inviare ogni quattro giorni dei rifornimenti, ma le consegne non furono mai puntali, anche a causa delle cattive condizioni del mare che spesso obbligavano i prigionieri alla fame e alla sete per settimane.
I francesi si organizzarono come meglio poterono, creando anche un piccolo ospedale per provare a salvare più vite possibili.
I soldati arrivarono persino a creare un allevamento di topi pur di mangiare, ma alla fine persino i ratti si estinsero sull’isola. La fame fu tale che si iniziarono a cuocere cinture e stivali in zuppe di acqua sporca.
Si passò, infine, a praticare il cannibalismo…
Solo con la fine della guerra contro Napoleone nel 1814, la Francia potè riportare in patria i soldati sopravvissuti; ne rimasero solo 3.500 su 20.000. Fu un’immane tragedia.
Più di trenta anni dopo, uno squadrone militare francese costruì un memoriale, ancora oggi presente sull’isola, per onorare la memoria dei loro compagni morti a Cabrera.
Storia recente
Nel 1916, dopo aver ricevuto la notizia che i sottomarini tedeschi dislocati nel Mediterraneo riparavano guasti o si rifornivano nelle acque di Cabrera, l’esercito spagnolo requisì l’isola e creò una guarnigione permanente.
Nonostante ciò, lo Stato affittò le terre per lo sfruttamento agricolo; sull’isola convivevano, dunque, i contadini e le loro famiglie, il personale del faro ed il personale militare.
Stavolta, però, non si condannò alla fame nessuno: una nave proveniente da Palma, nota come El Cabrereta, effettuava un servizio di rifornimento e di posta due volte alla settimana.
Dopo gli anni burrascosi della Guerra Civile e varie esercitazioni di manovra e di tiro, le operazioni militari cessarono nel 1991, dopo che Cabrera venne dichiarata Parco Nazionale a seguito di un’intensa campagna ambientale.
Anche se le esercitazioni del passato hanno sicuramente inciso sull’equilibrio naturale e sulla biodiversità di Cabrera, è anche vero che la presenza dei soldati ha preservato l’isola da qualsiasi speculazione immobiliare.
La presenza militare permanente è stata rimossa nel 1999, anche se la proprietà ed una piccola guarnigione occasionale della Guardia Civil sono state mantenute.
Cosa vedere a Cabrera
Niente male come storia per essere una piccola isola semi-sconosciuta e disabitata, non trovi? Ovviamente di tutto ciò che ti abbiamo appena raccontato sono rimaste delle tracce.
Quindi, ecco cosa puoi vedere a Cabrera:
- Centro d’interpretazione di Colonia Sant Jordi: non siamo proprio sull’isola è vero, ma una visita al Centro d’interpretazione è quasi obbligata. Aperto nel luglio 2008, questo centro permette di conoscere a fondo la flora e la fauna del Parco Nazionale di Cabrera, nonchè il suo valore storico e culturale. L’edificio, con una strana forma a cono, ospita anche un acquario ed un impressionante murales dal titolo “La spirale del tempo”;
- castello: posta in cima alla rocca che domina la baia del porto, questa fortezza fu costruita nel 1300 per respingere gli attacchi dei pirati; passato nelle mani dell’esercito nel 1700, il castello divenne poi l’alloggio del governatore militare dell’isola. Ancora oggi l’accesso al piano superiore avviene tramite una scala a chiocciola dove potrai vedere i graffiti sui muri dei prigionieri francesi morti a Cabrera;
- scavi archeologici: a pochi passi dal porto, sono state scoperte 2 aree incredibili. La prima, risalente al 1800, ha restituito i resti dell’accampamento dei soldati francesi qui imprigionati che riutilizzarono muri e colonne più antiche, di sicuro appartenenti al monastero dei monaci bizantini, per poter costruire delle baracche. Nella seconda area di scavo invece, è stata ritrovata un cimitero del VII secolo d.C., dove sono state identificate cinque tombe, ognuna contentente uno scheletro di maschio adulto in posizione con le braccia incrociate sul ventre. Sono le tombe dei monaci di Cabrera!
- Fabbrica di porpora: oltre alle tombe, sono stati trovati anche i resti di un pavimento dotato di un piccolo canale di scolo con all’interno 750 frammenti di conchiglie di murex trunculus, ossia della lumaca che i fenici utilizzavano per produrre la porpora;
- fabbrica del pesce: come se non bastasse, sono state scoperte altre 4 fosse quadrate impermeabili, corredate da resti antichissimi di tegole; si tratta di vasche per la salatura del pesce risalenti al periodo cartaginese, dentro le quali sono state trovate anche padelle metalliche, pentole di fango e casseruole, oltre ad elementi organici come spazzole di osso e fave cotte;
- museo: situato in un piccolo casolare, è un piccolo riassunto della storia dell’isola. C’è la sala dedicata agli scavi archeologici effettuati, con tanto di video e foto; una riproduzione a grandezza naturale di due tombe della necropoli bizantina, con le copie degli scheletri dei monaci di Cabrera; la parte dei reperti sottomarini di navi naufragate nelle acque circostanti, con tanto di anfore antiche ricche di merci, lingotti di piombo e oggetti vari del periodo romano, vandalo, bizantino e Medievale; infine, non manca una sala riservata all’ambiente naturale dell’isola, dove è esposto tutto ciò che riguarda la fauna e la flora di Cabrera.
Il fantasma di Bochler
Capitolo a parte merita il piccolissimo cimitero di Cabrera. Situato lungo la salita che porta al castello, a prima vista ti sembrerà un anonimo e piccolo recinto senza nulla di speciale…Se non fosse per l’incredibile storia del fantasma di Cabrera!
Una piccolissima tomba in pessime condizioni, ricorda infatti la sepoltura di Johannes Bochler, un pilota nazista morto a soli 21 anni nell’aprile del 1944, che, durante un combattimento in volo contro gli inglesi, fu abbattuto con altri 3 compagni nelle acque di Cabrera.
Dei 4 piloti, solo uno riuscì a salvarsi; un altro fu trovato morto sulle spiagge di Maiorca, un altro non venne mai ritrovato, mentre il corpo senza vita di Johannes Bochler fu trovato sull’isola di Cabrera, dove fu sepolto assieme ad un pescatore del posto.
Fin dalla sua sepoltura, molte persone hanno nel tempo dichiarato di aver avvertito chiaramente la presenza di qualcuno sull’isola.
Non solo uno spirito, ma un corpo che poteva essere fisicamente visto e a cui si affibbiò un soprannome: el lapa, ossia la patella, nome dovuto al fatto che lo spirito si aggrappava al corpo dei malcapitati, causando difficoltà respiratorie e di movimento.
In più, strani rumori e suoni provenivano dal cimitero nel buio e nel silenzio della notte.
Il fatto di essere lontano dalla sua terra e dalla sua famiglia, sepolto in una tomba sperduta nel Mediterraneo, non permetteva a Bochler di riposare in pace.
Il mistero si infittì ancora di più quando, molti anni dopo la morte di Bochler, un mazzo di fiori cominciò misteriosamente ad apparire con una certa frequenza sulla tomba dell’aviatore.
Secondo molti, il visitatore misterioso era proprio il pilota britannico che aveva abbattuto Bochler, il quale, avendo appreso della storia del fantasma di Cabrera, voleva onorare il giovane a cui, costretto dalla guerra, aveva tolto la vita.
Passato o presente?
La storia di Bochler arrivò anche alla Commissione per la conservazione delle tombe militari tedesche, che decise di avviare le procedure di recupero per trasferire i resti del soldato in un cimitero militare.
Così, i resti di Johannes Bochler furono trasferiti in un cimitero per i soldati tedeschi morti in Spagna durante le due guerre mondiali.
Tutto finito? Il fantasma di Bochler ha avuto pace ed ha abbandonato Cabrera? Assolutamente no!
Molti sono i testimoni che, ancora oggi, continuano ad affermare che la presenza di Bochler può ancora essere sentita nelle vicinanze del cimitero, come se non fosse mai andato via.
Ma perchè Bochler sarebbe ancora a Cabrera? Ebbene, pare che un contadino abbia chiesto ai presenti subito dopo l’esumazione: “Chi hanno dissotterrato, quello di destra o di sinistra?”. “Quello di sinistra”, gli venne risposto. “Dio!” rispose il contadino con le mani alla testa “Quello era il pescatore, non il tedesco!”.
Sembra che i tedeschi abbiano quindi trasferito un anonimo maiorchino, anziché Bochler. Ecco perchè el lapa continua ad aggrapparsi a tutti quelli che passano per il cimitero.
Fossimo in te, ci penseremmo 2 volte prima di avvicinarci troppo al cimitero di Cabrera…
Mare e natura a Cabrera
Il fatto che la protezione riguardi sia il mare che la terra di Cabrera, conferisce al Parco Nazionale caratteristiche molto speciali, oltre ad un’incredibile biodiversità.
Nelle sue acque cristalline, tra i fondali rocciosi e le praterie di posidonia, vive un gran numero di specie: anfibi, scorpioni, delfini, scampi, ecc.
Mentre sulla terraferma, negli ambienti costieri formati da scogliere ed isolotti, gli uccelli marini ed i rapaci sono una delle componenti di spicco dell’ecosistema di Cabrera.
Durante l’anno è possibile osservare specie come il gabbiano corso, il corvo di mare, il falco pellegrino, il gheppio, l’aquila di mare e la berta maggiore, l’uccello marino più minacciato d’Europa e a rischio di estinzione in tutto il mondo.
Senza dimenticare gli uccelli terrestri, come l’occhiocotto dalla coda nera, un endemismo delle Baleari, o la ghiandaia.
In totale, il Parco Nazionale di Cabrera ospita più di quattrocento specie botaniche, duecento tipi di pesci, molluschi, crostacei, uccelli marini e rapaci (alcuni in pericolo di estinzione), rettili e alcuni mammiferi terrestri. Sono numeri davvero impressionanti!
Su un paradiso del genere, è ovvio (ed anche giusto) che le misure di protezione siano molto vincolanti. Fra i tanti accessi al mare che l’isola offre, solo 2 sono le spiagge di facile accesso dove è consentito fare il bagno:
- S’Espalmador: una delle più lunghe dell’isola, con i suoi 140 metri di lunghezza. Le sue acque hanno un colore che raramente si può trovare in altre spiagge delle Baleari…
- Sa Platgeta: è composta da piccoli sassi ed una delle sue principali attrazioni è la numerosa vegetazione che la circonda. Oltre ad una pace ed un silenzio davvero incredibili.
Come arrivare a Cabrera
Inutile dire che l’unico modo per arrivare a Cabrera è via mare. Le soluzioni che hai sono 3:
- affidarti alle compagnie autorizzate ad effettuare il trasporto e le escursioni; te ne segnaliamo 2, Mar Cabrera e Excursions a Cabrera. Offrono tour di vario tipo, durata e prezzo, anche se in fondo la loro offerta è praticamente identica. Regola base: prenotazione mooooolto ancitipata;
- noleggiare un gommone con uno dei nostri partner per goderti Cabrera in solitaria ed in tutta tranquillità, accedendo anche a zone non battute dalle escursioni di cui ti abbiamo appena parlato;
- se ne hai una, arrivarci con la tua barca. Attenzione però: bisogna chiedere i necessari permessi attraverso la pagina web del Parco Nazionale con mesi di anticipo!
Sbarcato a Cabrera, avrai l’imbarazzo della scelta: potrai visitare le attrazioni dell’isola, dedicarti solo al mare, passeggiare lungo i suoi sentieri, godere della natura incontaminata di questo posto.
Per ultimo, ti segnaliamo che a Cabrera c’è anche un rifugio dove poter dormire un paio di notti! Purtroppo dal 2024 è chiuso per manutenzione e siamo tutti in attesa della sua riapertura.
Ti immagini dormire in un paradiso naturale per goderti il tramonto, fare un bagno notturno e svegliarti con il rumore del mare ed il canto degli uccelli?
Cosa puoi volere di più da Maiorca!
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