Barranc de Biniaraix

Maiorca è un’isola che nasconde piccoli tesori naturali praticamente dovunque. Basti pensare al Torrent de Pareis, il famoso canyon che si snoda lungo enormi pareti rocciose, situato nel cuore della Sierra de Tramuntana. Eppure proprio il Torrent de Pareis, attraverso la sua fama, offusca altre gole meno conosciute, ma tutte da esporare.

Una di queste è il Barranc de Biniaraix, sicuramente uno dei percorsi da annoverare fra i migliori sentieri da fare a Maiorca; il barranc (termine maiorchino con cui si indica un burrone, una fenditura fra le montagne) è infatti solcato da un cammino antichissimo che risale tutta la gola.

Storia, etnografia, leggende, panorami unici, passaggi impervi, colori cangianti e tanto altro fanno di questa spaccatura carsica una vera meraviglia per gli occhi in qualunque stagione.

Per cui, poche chiacchiere e andiamo alla scoperta di alcuni dei suoi segreti.

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Indice articolo

La via dei pellegrini

Iniziamo col dire che nessuno sa precisamente a quando risalga la creazione del primo sentiero attraverso queste montagne. Secondo molti studiosi, furono gli arabi a creare il tracciato originario, anche se altri ipotizzano addirittura che siano stati i romani a capire l’importanza di questa via di collegamento.

Si, perchè anticamente l’unico modo per andare da Sóller fino al santuario di Lluc senza compiere un viaggio eterno, era proprio valicare le montagne attraverso questa gola. In che modo? Salendo lungo i 1932 gradini in pietra che da secoli accompagnano i pellegrini verso la retrostante valle di Cuber.

Considerata da sempre una delle opere di ingegneria rurale più impressionanti di Maiorca, la sua vitale importanza come via di pellegrinaggio venne sancita anche dal priore di Lluc, che nel 1438 decise di concedere piena assoluzione dai peccati a tutti coloro che avessero fatto manutenzione al selciato.

Non male come modalità di facile redenzione, non trovi? 

Margers e fattore 4

biniaraix maiorca
Una piccola parte dei 1932 gradini in pietra del cammino

Aldilà dell’enorme quantità di ulivi, presenti praticamente ovunque, la caratteristica paesaggistica più evidente del Barranc è senza dubbio la sua serie interminabile di muretti a secco costruiti con la tecnica della Pedra en Sec (recentemente dichiarata dall’Unesco, fra l’altro, Patrimonio Immateriale dell’Umanità).

L’avanzare inesorabile della pineta, infatti, costringe da sempre l’uomo a proteggere le sue coltivazioni e a dover rendere minimo il rischio di incendi nella gola. Nel Barranc è possibile toccare con mano l’eterna lotta fra l’impulso di conservazione della natura, che tenta di riprendersi il suo spazio, e quello dei maiorchini, che mettono pietre e costruiscono muretti da secoli, generazione dopo generazione.

Questo impulso eterno ha reso il Barranc de Biniaraix la Cappella Sistina della pietra a secco, usata per piegare ad esigenze umane uno spazio ostile. Ma come vincere questa guerra? I coltivatori qui applicano il cosiddetto fattore 4, un accordo comune secondo cui tutti nel Barranc devono raddoppiare il benessere umano usando la metà delle risorse. Un esempio pratico: crolla un muretto? Va rimpiazzato con altri 4.

Ecco perchè, proprio intorno al Barranc de Biniaraix, è nata la scuola dei margers, formata da esperti costruttori in Pedra en Sec che tentano di tramandare questa secolare arte a giovani maiorchini desiderosi di non perdere questo enorme patrimonio culturale di Maiorca.

Gli arabi a Maiorca

biniaraix maiorca
Fra i terrazzamenti di ispirazione araba del Barranc de Biniaraix

Se deciderai di percorrere il Barranc de Biniaraix in inverno, sappi che ti muoverai lungo l’omonimo torrente ricco di acqua…ma d’estate? Tutto un altro paesaggio! L’aridità del clima dell’isola secca da sempre tutti i corsi d’acqua, cosa che ha spinto i primi colonizzatori di Maiorca ad affinare l’ingegno per sopravvivere. Come? Estraendo acqua dal sottosuolo e canalizzandola; ed in questo i veri maestri sono stati gli arabi.

Gli arabi a Maiorca? Ebbene si. L’isola è stata dominio musulmano per almeno 500 anni, fino al 1229, anno in cui ebbe luogo la riconquista cristiana. Gli arabi si stabilirono in tutto il territorio dell’isola, costruendo fattorie, sviluppando canali di irrigazione, introducendo nuove colture e costruendo terrazzamenti ancora oggi utilizzati dai contadini del Barranc.

La chiave di questo sviluppo fu l’acqua, che gli arabi estraevano dal sottosuolo, attraverso gallerie chiamate qanat, e che canalizzavano nei ma’jil, gli incredibili terrazzamenti che puoi ammirare dall’alto risalendo i gradini del Barranc.

Ancora oggi, a distanza di 1000 anni, gli agricoltori approfittano dei ma’jil arabi per distribuire l’acqua solo per gravità, secondo un preciso calcolo delle pendenze che consente alle terrazze di ricevere solo la quantità d’acqua necessaria alle coltivazioni, senza appantanamenti e facendo defluire l’acqua in eccesso verso il basso attaraverso canali di scolo secondari che non passano per le coltivazioni.

Definirli geni è davvero riduttivo!

E arrivati in cima al Barranc?

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Una delle cime che circondano la gola verso cui poter proseguire

Sei ormai prossimo alla fine del selciato, dei 1932 gradini in pietra ormai ne restano davvero pochi, sei quasi alla meta finale…ed ecco che in realtà capisci che non è finito proprio niente! L’altopiano dell’Ofre ed il suo pascolo ti danno il benvenuto, ma subito ti accorgi che tutt’intorno molti altri percorsi si diramano verso altre zone della Sierra de Tramuntana.

Cosa fare? Dove andare? Tornare indietro o avventurarsi oltre? Beh, cominciamo col dire che il Barranc de Biniaraix fa parte del GR 221, il sentiero europeo di lunga percorrenza che attraversa tutta la Sierra de Tramuntana, da sud a nord. Ne abbiamo parlato a fondo anche in questo articolo.

Ma non è tutto, perchè dall’Ofre puoi salire sul Cornador Gran o sul Puig de l’Ofre, puoi proseguire verso i laghi di Cuber, puoi tornare indietro seguendo lo stesso percorso dell’andata o puoi prendere sentieri alternativi molto più avventurosi. Devi solo scegliere…e ovviamente sapere dove andare, cosa non facile fra le montagne di Maiorca.

Per questo ci siamo noi, per farti scoprire tanti altri sentieri che solo chi vive qui conosce. Senza contare che il Barranc de Biniaraix nasconde tante altre storie, segreti e racconti che solo venendo a camminare insieme a noi potrai scoprire: il Salt des Cans, una grotta nascosta con il viso di un cavaliere templare scolpito nella roccia, un passo vertiginoso da far venire i brividi. Questo è solo un antipasto.

👉 Non troverai tutto questo in nessuna guida di Maiorca. Per cui, scopri con noi i segreti della Sierra de Tramuntana. Richiedi la tua Escursione su Misura.

Indicazioni utili

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La grotta nascosta con il volto templare scolpito nella roccia

Percorrere il Barranc de Biniaraix è certamente un modo per scoprire una Maiorca diversa, insolita, inaspettata. L’escursione non presenta particolari difficoltà tecniche, anche se ovviamente richiede una certa propensione al cammino ed allo sforzo fisico.

Distanza e dislivello non sono proibitivi, ma sconsigliamo fortemente ai neofiti di intraprendere questo cammino. Se non sei abituato a lunghe camminate in montagna o a salite di ore, sicuramente il Barranc non è il percorso da cui iniziare.

Attenzione anche al periodo in cui ti muovi. D’estate nel Barranc de Biniaraix fa veramente caldo; percorrere i quasi 2000 gradini in pietra sotto il sole cocente può non essere per te un’esperienza piacevole, dicamo così. Primavera ed autunno sono i periodi migliori, con il torrente ancora attivo e le temprature più gradevoli.

Infine, occhio a non inoltrarti lungo cammini alternativi non segnalati senza conoscere il territorio in cui ti muovi. Ogni anno, non smetteremo mai di ricordarlo, vengono soccorsi decine e decine di escursionisti che sottovalutano la difficoltà dei sentieri di Maiorca, spingendosi là dove la possibilità di perdersi aumenta considerevolmente.

In conclusione: acqua sempre abbondante, cibo, un’assicurazione sanitaria e tanta voglia di camminare. Il Barranc de Biniaraix ti aspetta!

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